Al mio amico TONI
Ho avuto due supplenti di ginnastica al liceo, uno era Toni Pollini e l’altro Ippolito Gallovich.
Nel 1980 sono partito per il servizio militare , figlio di una penna
bianca alpina , avevo un solo destino ma con un colpo di mano dopo 5 mesi in
Marmolada ad insegnare a sciare ai pompieri mi sono trovato a completare la
leva come “damo di compagnia “
dell’allora Pretore più giovane d’Italia, Gaetano Appierto , che Toni all’epoca
stava testando come portiere.
Fu un test veloce. Mi pare disse a Gaetano che il cognome non era
favorevole ad un ruolo come quello del portiere.
Ogni volta che incontravo Toni in Tribunale , cioè ogni giorno durante il
servizio militare , mi chiedeva della laurea che è poi fortunatamente arrivata
nel 1982 quando comunque lui mi aveva già falsamente cartellinato .
Giocavamo con gli avvocati il sabato pomeriggio e poi giocavo anche la
domenica successiva con la squadra che mi dava qualche soldino , ma l’emozione
del debutto con gli avvocati di Pordenone non la scorderò mai .
Canese , Marchi, Della Gaspera, G.Coden, Asquini, Casucci , Dell’Agnolo , Attanasio , Toni, Mazzarella, Ragogna . Praticamente il meglio del calcio mondiale dell’epoca.
Eravamo a Padova , 4 pappine ( ovviamente per loro) e tutti casa. Con
Giorgo Coden espulso che dall’alto di un argine che circondava il campo minacciava
i colleghi padovani e , ovviamente l’arbitro, di morte certa. Mettiamola così.
Facevo parte di un gruppo che mi ha accompagnato fino ad oggi e mi auguro
continuerà ad accompagarmi.
Di un gruppo che come oggi succede è unito .
C’è poco da dire.
Ci vogliamo tutti bene e perdavvero, ed è il merito di Toni, siamo amici
veri.
Poi sono arrivati Nisco e Vasco ( ovviamente Toni ha fatto giocare sempre
il più fresco dei gemelli) , Sandro Tauro ( un pupillo di Toni) e Roberto
Lombardini, Manlio, Eugenio, i due Da
Ros, gli “stranieri” Lucien Venier e Di
Giorgio e poi tutti voi e la famiglia si è allargata.
In Tribunale siamo sempre stati una
sorta di testuggine romana .
Erano altri tempi, ci trovavamo nel palazzo ogni giorno e facevamo
gruppo, ovviamente parlando di calcio ed aiutandoci nella professione.
Non è stata cosa da poco avere dei colleghi bravi un po' più grandi di
noi come Toni , Giorgio, Roberto, Marco
e Maurizio sempre pronti a darti una
mano in aula.
Di aneddoti ce ne son tanti, dallo sciagurato Formica , a Piero e Roberto
e morose che pur partiti con noi da Piazzale Ellero sono arrivati a Salisburgo
( mi pare corresse l’anno 1982) con un giorno di ritardo ed ancora dell’arrivo
in albergo sempre a Salisburgo della Polizia perché quei “kolleghen” avevano
cenato con noi e poi si erano eclissati lasciando a noi il conto,
esageratamente salato, del bere e dei
dolci .
Con suo tedesco studiato su Sturmtruppen ( Trapattoni docet) Toni era poi riuscito a farci dimezzare la
somma dovuta , ma Marco Marchi in vestaglia sulla scala dell’Hotel che cercava
di trattenere Toni che voleva picchiare il ristoratore non lo dimenticherò mai.
Come non potrò dimenticare il viaggio culminato poi con il gol mancato dello “sciagurato” Formica ( ragazzo simpaticissimo ma subito accostato allo sciagurato Calloni ) quando, prima di arrivare a Milano, ci siamo fermati in autostrada per uno spuntino e Toni ha poi visto il nostro n.10 dell’epoca “Cico” ordinare mi pare mezza faraona ed un litro di prosecco. All’inizio lo voleva uccidere ma poi – e questo è Toni - gli ha detto di mangiare con calma.
In campo a Milano poi quando Cico ha sbagliato uno stop gli ha ovviamente
urlato addosso di tutto, ancor più ovviamente
con riferimento al prosecco ed alla faraona.
Ce l’ho ancora davanti il nostro Toni alla partita, decisiva per il
passaggio del turno di quell’anno , certamente comprata dagli avvocati di Vicenza che
avevano un Sostituto quale leader che sin da subito aveva dimostrato molta
confidenza con l’arbitro che, alla prima azione utile, aveva espulso Maurizio
Mazzarella.
Toni alla vista del cartellino
rosso è quindi partito a palla ( come fosse Marcel Jacobs) verso l’arbitro che, scappando verso gli
spogliatoi, urlava “ partita chiusa, partita chiusa”.
Dimostrando inaspettate doti di corridore però quel mascalzone è comunque
riuscito a chiudersi a chiave nel suo spogliatoio.
Non l’avesse mai fatto.
Toni ha dato un calcio o una spallata alla porta , non ricordo, e l’ha
divelta.
E quando si è trovato di fronte l’arbitro che , con gli occhiali
infilati gli diceva che non poteva toccarlo perché “aveva gli
occhiali” ….Toni glieli ha sfilati, li ha buttati a terra e li ha calpestati dicendogli “e
adesso li hai ancora gli occhiali ?”
Il resto lo avete sentito mille volte: onore della cronaca su Repubblica
e Gazzetta dello Sport procedimento disciplinare provocato dai colleghi
vicentini ( uno spettacolo: Presidente avvocato Scatà tutto dalla nostra parte,
difesa di tutti di Manlio Contento ) e Toni che sosteneva di aver divelto la
porta ( aveva pagato subito tutti i danni ) perché non si era accorto che era
chiusa a chiave e che comunque l’arbitro
non lo aveva picchiato, solo qualche strattone.
Purtroppo se verp è che il disciplinare si è concluso con un richiamo
solo per due o tre di noi vero è anche che Maurizio Mazza che stava decollando come
direttore sportivo (era un pupillo dell’allora DS dell’Udinese Dal Cin) è stato sospeso dalla FGC mi par per 5 anni poi condonati con i
mondiali ’90.
Ma qualche soldo quella partita gli è costata.
Ad un certo punto , credo nei primi anni 90 dopo 12/15 anni di
inamovibilità, Toni ha pronunciato quella frase blasfema che non dimenticherò
mai : “Paolo entri nel secondo tempo, oggi parte Borlina”.
Gli ho risposto se si era bevuto il cervello e lui mi ha detto che era
solo per quella volta . Non era così .
Nonostante i ripetuti riti vodoo, Tiziano non non si è mai stirato né ha
dato un cazzotto ad un arbitro facendosi squalificare ed ho dovuto accettare la
concorrenza.
Toni però non era solo quello sin qui raccontato che ci faceva divertire
con la sua”esuberanza” .
L’ho sempre considerato un bravo avvocato dalla schiena dritta ed un uomo
buono e giusto.
Ho sempre ammirato il suo volere ed avere vicina la Vera ( grande donna,
giusta per un grande uomo), il suo
coinvolgerla con noi , con le nostre famiglie, con i nostri alti e bassi , le
nostre difficoltà , i nostri momenti massimamente tristi come la perdita di un
genitore.
Si ricordava dei nostri compleanni , è vero, ma ci chiedeva anche sempre
come stavamo, come stavano i nostri figli (e ovviamente se qualcuno di loro
era in odore di laurea in Giuri e se giocava a calcio).
Se n’è andato troppo presto.
Ma se se ne fosse andato fra 10 anni avrei scritto lo stesso.
Adesso mi piace pensarlo lassù dove la Squadra sta prendendo corpo: Lauro
Canese Luciano Venier, il Papu Brusadin e Toni Pollini , come straniero Diego
Maradona.
Pronti per un campionato di calcetto di Lassù.
Ti voglio bene Toni. Grazie di tutto.